Il sito della scrittrice Anna Maria Funari

Giovedì, Marzo 28, 2024

Fuoco che danza - Incipit

Alla Brighton & Miller, noto studio legale di Boston, c’era fermento quella mattina. I titolari avrebbero scelto i responsabili delle nuove sedi di Denver e Miami e la tensione fra i candidati a quei posti così prestigiosi aleggiava palpabile nell’aria. Comodamente seduto in una poltrona dell’anticamera, Shawnee Lee Jackson leggeva il giornale nell’attesa di essere convocato. I colleghi lo consideravano uno strano tipo, stravagante e decisamente anticonformista. Eternamente in jeans, giacca e cravatta anche nelle occasioni più importanti, come quella di quel giorno, rifiutava categoricamente qualsiasi invito a tagliare i capelli e ad assumere un aspetto più consono alla sua professione, cosa per la quale i suoi superiori avevano manifestato più volte il loro disappunto. Ma Shawnee non li ascoltava, pareva sordo ad ogni ammonimento e a nulla erano valse le lettere di richiamo dei titolari. Lo studio disponeva di un ottimo team di professionisti, ma era opinione indiscussa che lui, in qualche modo, rappresentasse il top, la carta migliore più volte giocata con successo anche nelle situazioni più disperate. Cosciente quindi di essere un brillante avvocato e di fare il suo lavoro nel migliore dei modi, talvolta approfittava della situazione per non sottostare a regole ed etichette nella certezza che non avrebbero mai avuto il coraggio di licenziarlo. Alcuni, fra i colleghi, pensavano che non avesse tutte le rotelle a posto, altri attribuivano questo modo di essere alle sue origini indiane, giudicandolo un po’ sognatore e fondamentalmente orgoglioso, come tutti quelli della sua razza. Per qualsiasi giovane avvocato quella di quel giorno rappresentava davvero un’opportunità favolosa per emergere, sia all’interno dello studio che nel mondo legale dell’intero Stato, ma a lui sembrava proprio che la cosa scivolasse addosso. - Come diavolo fai a startene lì, tranquillo, a leggere? – lo stuzzicò Peter Daniels – Io sto sudando come se fossimo all’Equatore… - Forse perché di questa cosa non me ne frega più di tanto. – rispose con tranquillità, lasciando perdere il giornale ed accendendosi una sigaretta – Non mi pongo il problema di quanto guadagnerei se diventassi il responsabile di una nuova sede. – poi osservò lui e gli altri che, nervosissimi, sembravano degli studenti al loro primo esame. Sorrise con sufficienza, scuotendo la testa. - Senti un po’, - lo provocò un altro – se sei così superiore a tutto questo, perché non te ne torni nella tua stanza e lasci a noi questa possibilità che a te disgusta tanto? Shawnee si alzò, andando a piantarglisi di fronte; Jerry Milton ebbe un fremito di timore. Tutti conoscevano Shawnee come un tipo tranquillo, solare e mai attaccabrighe, ma la sua imponenza fisica creò a tutti ugualmente un senso di disagio, a Milton per primo. - Credi che avresti qualche possibilità, se io mi togliessi di mezzo? – gli chiese, senza distogliere lo sguardo dalla sua faccia. - Il punto non è questo! - ribatté l’altro – Non capisco cosa ci fai qui se non ti importa di fare carriera. - Sbagliato! – replicò Shawnee – Della carriera m’importa… sono i compromessi che mi fanno un tantino schifo. – fissò un attimo i colleghi – E’ chiara la differenza? – poi allentò il nodo della cravatta, se la tolse, sbottonò la camicia e liberò i capelli, lunghi e neri, dal laccio che li tratteneva – Vado bene così? ...

Booktrailer Fuoco che Danza

Credits

Copyright©. Sito della scrittrice Anna Maria Funari. Tutti i diritti riservati.
Webdesign digiaDesign - Grafica e design per il web.

Visite al sito

335253