C’è una splendida casa, sopra la collina, che si affaccia sul panorama dei monti Sibillini e del fiume Tenna che scorre là sotto, in basso, nel folto del bosco.
E’ una casa antica, di mattoni chiari e pietra, con le porte ancora in fascioni di legno scuro con i battagli di ferro battuto e gli anelli dove si legavano gli animali infilati nel muro.
“1884”… un mattone sopra l’arco della porta ricorda quanto tempo sia passato dalla sua costruzione.
Tutto intorno è verde, sole, fiori… l’estate è esplosa da qualche tempo e il chiocciare delle galline fa a gara con il cinguettio dei passeri e lo zirlare dei merli. E’ un angolo di paradiso, che sa di buono, di pane, di casa.
La strada che sale è accompagnata dai castagni sui cui tronchi si inseguono, in un giocare infinito, gli scoiattoli neri. Piccole macchie appena percettibili là dove i rami e le foglie sono più fitte.
Nel silenzio delle ore più calde, solo le cicale fanno da sottofondo al lento scorrere del tempo. Di notte mille lucciole saettano nell’oscurità e i gufi nascosti tra le foglie degli alberi bubolano sommessamente.
Sul prato si ergono due abeti. Tra i rami carichi di pigne, si distinguono nettamente quelle scure, ormai prossime alla caduta, e quelle verdi delle due generazioni che seguiranno; una di coni chiusi ermeticamente e l’altra di gemme di un verde più tenue. La natura segue il suo corso e l’abete mostra i suoi frutti così come un soldato orgogliosamente porta le sue medaglie.
Leggi tutto: 6.2 (2016)