Era buia la stanza; solo una fioca luce vespertina entrava dalla finestra e illuminava debolmente una donna seduta a un tavolo.
La figura minuta appariva emaciata e quasi spaurita; il volto portava i segni evidenti di lividi giallastri e violacei e percosse recenti. Fissando un punto indefinito nel muro davanti a sé, si fregava nervosamente le mani nascondendole alla luce; lo sguardo fisso tradiva l’attesa.
Finalmente una porta s’aprì, lasciando scivolare nella stanza un individuo che restò misteriosamente in penombra; piano andò poi a sedersi di fronte alla donna.
- Stai tremando… - disse il nuovo arrivato – nervosa?
La voce, calda e avvolgente, sembrava volerla rassicurare; smise di strofinarsi le mani appoggiandole sulla scrivania.
- No, non sono nervosa. – la voce era insicura – E’ che… non pensavo che fosse così…